Alla scoperta di Mario Machetti e della sua esperienza nel mondo del basket
di Sara Truscioni
Tanti sono i giovani che si approcciano al mondo dello sport, pieni di ambizioni e desideri. Ma quanti di loro riescono effettivamente a realizzare i propri sogni ed eccellere in quello che fanno?
Il mondo dello sport è ovviamente caratterizzato dal talento, ma soprattutto da sacrificio, determinazione e passione, requisiti di cui tutti possono disporre. La fatica per arrivare in alto è tanta, ma la gioia quando ci si riesce è enorme e ripaga sicuramente tutti i sacrifici fatti.
A raccontarci la sua storia è Mario Machetti, un ragazzo che a soli 15 anni ha già mosso grandi passi nel mondo del basket e funge da esempio a tanti altri giovani come lui.
Mario è nato il 13 aprile 2009 a Siena. Il Valdelsa basket lo ha accompagnato nel suo percorso fino ai 14 anni, quando è iniziato il capitolo più entusiasmante della sua storia. Dopo aver partecipato a svariati tornei europei, vincendo diversi titoli Mvp, il giovane atleta è entrato a far parte della Dolomiti Energia Trento. Dopo un anno dal trasferimento, Mario è il capitano della nazionale italiana U16, ha partecipato al torneo NextGen ed è il terzo giocatore più giovane ad aver esordito in Eurolega.
La sua giornata ha inizio con un’abbondante colazione e poi dritti a scuola fino alle 13, quando a casa lo aspetta un buon pranzetto in compagnia dei suoi 9 coinquilini.
Il pomeriggio si divide tra allenamenti, che prevedono una parte in palestra 3 volte a settimana, e studio. La società mette a disposizione i propri uffici per permettere ai ragazzi di studiare in tranquillità e compagnia, e Mario ne approfitta volentieri.
Tutto questo ogni singolo giorno. «Se sono fortunato mi danno il giorno di riposo». Non può mancare il tempo passato con i nuovi e vecchi amici. Sia i coetanei che i senior della prima squadra si sono dimostrati fin da subito molto accoglienti… ma niente è come casa.
«Stravolgere la propria vita a soli 14 anni non è facile, ma fare ciò che amo di più fa sembrare tutto una passeggiata. Riesco a mantenere i rapporti con i vecchi amici e vedo la mia famiglia una volta al mese e durante le feste» ci dice il ragazzo.
«Gestire tutti gli impegni può essere difficile per uno studente-atleta, a volte si può addirittura pensare di mollare. Non è questo il mio caso. Anche nei momenti più bui sono riuscito a trovare la forza per andare avanti e ora sono pronto ad affrontare le avversità future».
Ma cosa si prova a ottenere così tanto successo ed essere al centro di elogi e critiche? Mario non ci pensa.
«Io mi impegno a scendere in campo e divertirmi, allenarmi duro e migliorarmi. Le chiacchiere le lascio agli altri. Sono consapevole di non essere arrivato da nessuna parte, il progetto che la società ha per me è di farmi diventare un giocatore per la loro serie A. Io non mi metto limiti. Non ho mai pensato a un piano B e questo potrebbe fare paura, ma sta andando tutto così bene che non mi preoccupo» ecco come la giovane promessa vive i propri traguardi.
Non dimentichiamoci che oltre a essere un atleta, Mario è anche uno studente che frequenta il liceo scientifico sportivo e che ha come obiettivo quello di portare avanti allenamenti e studio il più a lungo possibile.
L’esperienza più bella è stata l’esordio in serie A. «Ho giocato un minuto ma mi è sembrato un’eternità – racconta – avrò dormito due ore quella notte».
Ecco cosa significa essere uno sportivo che insegue i propri sogni, che mira a un futuro luminoso e ricco di felicità, ma conscio che la strada da fare è ancora lunga e piena di avventure.
L’articolo è stato realizzato all’interno del laboratorio “Il giornalismo a scuola” al Liceo Russell Newton.