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PASSAPORTO PRONTO & PALLONE SEMPRE CON SÉ

La pallavolo non è solo un gioco: è fatica, sudore, cadute e risalite, ma soprattutto emozioni

di Veronica Lafratta e Elena Pascale

Ci sono storie che parlano di talento, altre che raccontano di sacrifici e sogni inseguiti. E poi ci sono quelle che racchiudono tutto questo, storie di atlete che hanno trasformato la loro passione in una missione, superando ostacoli e momenti difficili per arrivare in alto. La pallavolo non è solo un gioco: è fatica, sudore, cadute e risalite, ma soprattutto emozioni, quelle che fanno battere il cuore prima di ogni partita e che accendono la grinta nei momenti decisivi.

Oggi abbiamo il piacere di incontrare una di queste protagoniste, una giocatrice che con il suo talento e la sua determinazione ha saputo conquistare il pubblico e lasciare il segno in campo. Il suo percorso è fatto di sacrifici, vittorie e insegnamenti preziosi, e oggi siamo qui per ascoltare le parole Giulia Mancini.

Come è partita la tua carriera e a quali squadre hai preso parte?
«Ho iniziato la mia carriera all’età di 13 anni, giocando nel Volleyrò Casal de Pazzi a Roma, qui ho fatto tutto il mio percorso giovanile e poi ho preso parte alla nazionale giovanile e under 23. L’anno successivo sono andata in A1 con il club Italia, successivamente a Scandicci nella Savino del bene, poi a Cuneo, Filottrano, Macerata (vincendo la coppa Italia), Megabox Vallefoglia per 3 anni e poi quest’anno al Bisonte, ma a metà anno mi sono trasferita alla Savino del bene Scandicci».

È stato difficile stare lontano dalla tua città?
«Inizialmente non è stato facile distaccarsi dai propri familiari, amici e affetti, poi pian piano come in tutte le cose inizi a prenderci l’abitudine, gestisci il tempo per fare il tuo lavoro e per gli affetti e capisci che questa è la tua vita e sono felice di essere dove sono».

Quando e dove è stato il tuo primo esordio? Come ti sei sentita?
«Il mio primo esordio in A1 è stato con il Club Italia. È stato molto emozionante perché fino all’anno prima vedevo le partite dalla televisione di casa, sognando prima o poi di essere lì anche io. In quel preciso momento, guardandomi intorno e guardando al di là della rete, ho realizzato che ero proprio lì dove avevo sempre desiderato di essere».

Dopo anni che sei in serie A ti senti sempre allo stesso modo?
«No, non mi sento sempre allo stesso modo rispetto ai primi anni, quando ero piccolina e inesperta. Ora ho molta più consapevolezza di quello che faccio e sicuramente molta più esperienza e maturità per intraprendere questa strada, ma ovviamente mi diverto sempre allo stesso modo».

C’è una partita o un episodio che ti è rimasto impresso?
«La finale del mondiale in Perù contro gli Stati Uniti. In particolare ricordo che all’inizio il palazzetto era pieno di persone che tifavano Usa, ma da metà partita abbiamo iniziato a sentire il pubblico tifare per noi ed è stato davvero emozionante. Solo quando è caduto l’ultimo pallone abbiamo realizzato di aver vinto un mondiale ed è stata un’emozione indescrivibile».

Hai avuto dei momenti no? Da chi hai ricevuto appoggio? Hai mai pensato di lasciare? 
«Come tutti ho avuto anche io dei momenti no, per esempio dopo un allenamento non buono o una partita andata male, credo sia normale e umano. Ho ricevuto sicuramente molto appoggio dal mio ragazzo, che in questi momenti è sempre lì a darmi il suo supporto e ovviamente dalla mia famiglia, ma nonostante ciò non ho mai pensato di lasciare».

Cosa fai nel tempo libero? Hai altre passioni? 
«Nel tempo libero, oltre a recuperare le energie e studiare, ho la passione per i profumi, infatti spesso vado alla ricerca di profumerie particolari per sentire nuove fragranze. Mi piace anche visitare posti nuovi e se ho tempo vado a vedere città che non ho ancora visto».

Hai finito di studiare o hai lasciato per impegni sportivi?
«Ho finito di studiare e mi sono iscritta all’università, ora sono laureata in scienze dell’educazione e della formazione e sto facendo la magistrale in scienze pedagogiche».

Qual è il momento più felice che hai vissuto nella tua vita extra sportiva?
«Ne ho vissuti diversi. Posso dire che mi sono sentita veramente bene quando ho fatto 10 giorni una vacanza con la moto insieme al mio ragazzo girando gran parte dell’Italia, lì mi sono sentita proprio spensierata e felice».

L’articolo è stato realizzato all’interno del laboratorio “Il giornalismo in classe” al Liceo Russell Newton si Scandicci.

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