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LONTANO DA CASA TRA SFIDE E SOGNI

Studenti stranieri all’Università di Firenze

di Michaëlle Elodie Soavelo

Ogni giorno, l’Università di Firenze accoglie studenti provenienti da ogni angolo del mondo, ciascuno con una propria storia, un sogno e un percorso da raccontare. Immaginate una sala studio affollata, dove gli studenti si dedicano alla lettura, alla scrittura, o discutono animatamente su temi che spaziano dalla filosofia alla scienza. All’esterno, le piazze fiorentine sono il punto d’incontro per giovani di diverse nazionalità che, scambiandosi idee e risate, vivono la strana sensazione di essere lontani da casa, ma anche di sentirsi a casa. In questo intreccio di lingue e culture, gli studenti stranieri trovano non solo una città ricca di storia da esplorare, ma anche una rara opportunità di crescita personale e professionale, di confronto e apertura mentale. È qui, tra i banchi di un’aula universitaria e nelle vie cariche di storia, che nascono nuove amicizie, si affrontano difficoltà linguistiche e si superano barriere culturali, creando ogni giorno una nuova possibilità di apprendimento e scoperta.

Sepideh una ragazza dell’Iran, laureata in Design of sustainable tourism systems dalla sua esperienza racconta: «Sono arrivata a Firenze durante il periodo del Covid e ho iniziato il mio percorso accademico seguendo le lezioni esclusivamente online, senza possibilità di socializzare. Molti italiani erano curiosi della mia cultura, ma altri mostravano poco interesse. Studiando in inglese, ho avuto difficoltà con l’italiano, soprattutto nella burocrazia. Per fortuna, il mio ragazzo mi ha aiutata molto. Nel lavoro, ho trovato persone disponibili ad aiutarmi con la lingua, ma all’università non mi sono sentita completamente inclusa. Ho notato che i fiorentini tendono a mantenere una certa distanza dagli stranieri. Il permesso di soggiorno è stato un grande ostacolo, limitandomi in molte opportunità. Penso che servano più incontri tra studenti stranieri, tutoraggio e supporto nella ricerca di alloggio, perché senza una borsa di studio, trovare casa è davvero difficile».

Stephanie, laureanda in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, parla del suo percorso: «Vengo dal Madagascar, sono arrivata in Italia a 18 anni senza conoscere l’italiano, e all’inizio l’università mi sembrava una montagna impossibile da scalare. Facevo fatica a comunicare, ma vivendo immersa nella cultura italiana, ho imparato la lingua abbastanza in fretta. Non è stato facile: la barriera linguistica mi ha portata a momenti di solitudine e difficoltà. Uno degli ostacoli più grandi è il permesso di soggiorno, che devo rinnovare ogni anno con tempi di attesa lunghissimi. Senza un permesso valido, non posso lavorare, trovare casa facilmente o partecipare all’Erasmus. Con il tempo, però, ho trovato il mio equilibrio. Cambiare corso di studi mi ha aiutata ad aprirmi di più e a superare la timidezza. Amo Firenze, ma credo che per noi studenti stranieri servirebbero procedure burocratiche più rapide e un maggiore supporto nella ricerca di alloggio».

Kevain, un ragazzo del Camerun di quello che ha vissuto ci dice che: «La mia prima impressione di Firenze è stata sorprendente. Venendo da un Paese meno sviluppato, sono rimasto colpito dalle infrastrutture e dalle tecnologie avanzate. Firenze è una città d’arte, il Duomo e i palazzi storici mi hanno affascinato. La lingua è stata una grande sfida. All’inizio faticavo a comunicare con gli altri studenti, e questo ha reso difficile anche socializzare. Col tempo ho incontrato persone accoglienti, ma ho anche percepito diffidenza da parte di alcuni. La burocrazia è un altro ostacolo. Ho richiesto più volte il permesso di soggiorno, ma non l’ho mai ricevuto in tempo, cosa che ha limitato i miei spostamenti e le opportunità di studio all’estero. Sto ancora cercando di adattarmi al sistema universitario italiano. Gli esami orali, ad esempio, sono molto diversi da quelli a cui ero abituato. Sarebbe utile un corso di lingua specifico per il lessico tecnico del mio ambito di studi. Infine, credo che il permesso di soggiorno per gli studenti dovrebbe avere una durata minima di un anno, per facilitare la mobilità e l’apprendimento anche fuori dall’Italia».

Queste esperienze dimostrano quanto possa essere stimolante, ma anche difficile, l’esperienza di uno studente straniero a Firenze. Le difficoltà legate alla lingua, alla burocrazia e all’integrazione sono spesso ostacoli importanti, ma la voglia di crescere e imparare è più forte. Firenze offre una grande opportunità , ma c’è bisogno di un maggior supporto per rendere il percorso più accessibile e inclusivo per tutti gli studenti.

L’articolo è stato realizzato all’interno del “Laboratorio di comunicazione, scrittura e giornalismo” dell’Università di Firenze.

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