Il sogno olimpico tra passione, sacrificio e dedizione
di Silvia Zudetich e Vittoria Serafini
Ogni anno molti giovani intraprendono il cammino sportivo con grandi ambizioni, sperando di trasformare la loro passione in successo. Pur essendo il talento fondamentale, la vera differenza la fanno qualità come la dedizione, l’impegno e la determinazione, indispensabili per superare ostacoli e difficoltà che inevitabilmente segnano il percorso e che costruiscono il futuro atleta al pari della predisposizione fisica.
A soli 17 anni, Sofia Tonelli è una delle promesse della ginnastica artistica italiana. Il suo talento e la sua determinazione l’hanno portata a far parte della Nazionale, allenandosi nel prestigioso centro tecnico federale di Brescia, sotto la guida del direttore tecnico della nazionale Enrico Casella. In questa intervista ci racconta il suo percorso, le sfide affrontate e i suoi sogni per il futuro.
Sofia, come hai iniziato il tuo percorso nella ginnastica artistica e cosa ti ha spinto a trasformarlo da semplice passione ad un vero e proprio lavoro?
«Ho iniziato questo sport quando avevo due anni e mezzo, all’inizio solo per gioco, poi crescendo si è trasformato in qualcosa di più serio. Non c’è un qualcosa di preciso che mi abbia spinto a intraprendere questa carriera, è stato un processo automatico in seguito ai crescenti risultati ottenuti nelle gare».
Qual è stata la tua reazione quando Enrico Casella ti ha convocato nella nazionale e ti ha proposto di trasferirti da Empoli a Brescia?
«Alla felicità della convocazione si è contrapposta la preoccupazione di andare così lontano da amici e parenti; riflettendoci però ho capito che un’occasione del genere non mi sarebbe mai più capitata ed è per questo che, anche se con un po’ timore, ho deciso di provarci».
Come si svolge una tua giornata tipo e come concili allenamento, studio e vita personale?
«Dal lunedì al venerdì la mia giornata prevede due sessioni di allenamento, 8.30/13.00-14.00/16.00 e una di studio, dalle 16.30 alle 19.30. Le occasioni di svago sono riservate al fine settimana quando ho la possibilità di tornare a casa».
Come gestisci la pressione delle competizioni specialmente quando sei in un contesto così importante come la Serie A?
«Durante le gare è normale sentire un po’ la pressione, anche per la presenza di atlete che hanno vinto l’argento olimpico, ma quando salgo sull’attrezzo penso solamente a quello che sto facendo, a quante volte l’ho fatto in allenamento e dimentico tutto quello che mi circonda. Questo mi aiuta molto a gestire sia l’ansia che la pressione».
Quali sono i tuoi obiettivi e i tuoi sogni nel mondo della ginnastica?
«Di obiettivi ne ho tanti: uno a lungo termine, che è anche il mio sogno, è quello di andare alle Olimpiadi.»
Che consiglio daresti a una giovane atleta che desidera intraprendere una carriera nella ginnastica artistica?
«Le direi sicuramente di metterci tanta passione, non abbattersi alle prime difficoltà e soprattutto di sognare in grande!».
L’articolo è stato realizzato all’interno del laboratorio “Il giornalismo a scuola” al Liceo Russell Newton.