Davide Fiz racconta l’Italia passo dopo passo con Smart Walking, il progetto che unisce cammino, lavoro e turismo lento
di Yasmina Nunziata
In un mondo che accelera, Davide Fiz ha scelto di rallentare. Ma non per fermarsi: per vedere meglio. Classe 1976, freelance e sales manager per due aziende di videoproduzione, Fiz è laureato in Economia Aziendale e ha fatto della flessibilità del lavoro da remoto il trampolino per una vita diversa. Quando lo incontro si trova a Ponte d’Arbia, dopo aver raggiunto Siena, pronto a muoversi il mattino seguente per la tappa successiva. È nel pieno del suo viaggio lungo la Via Francigena, un percorso di circa 2000 chilometri suddiviso in 90 tappe, che dal Passo del Gran San Bernardo lo porterà fino a Santa Maria di Leuca. Cammino che sta percorrendo in qualità di Ambasciatore ufficiale dell’Associazione Europea delle vie Francigene in occasione del Giubileo 2025.
«Con la partita Iva ho potuto lavorare da dove volevo – spiega -. Prima da casa a Livorno, poi mi sono trasferito a Palermo. Lavoravo da lì, e nel tempo libero camminavo. Ho iniziato nel 2015, con il Cammino di Santiago Via Portoghese, poi via Francese, e via via i cammini in Italia». Ma l’illuminazione arriva nel 2021, dopo una svolta personale. «Smart Walking nasce quando mi lascio con la mia compagna. Tornato a Livorno, ho capito che lavorare da casa era un incubo. Così sono partito per il Cammino Primitivo. E lì ho pensato: se posso lavorare ovunque, perché farlo sempre chiuso in casa e camminare solo tre settimane l’anno? Mi porto il lavoro dietro».
Nasce così Smart Walking, il progetto che unisce cammino e lavoro. Nel 2022, Davide compie venti cammini in venti regioni italiane, dividendo le giornate tra la strada del mattino e gli impegni lavorativi del pomeriggio. Un’idea semplice, eppure potentissima. «Dal punto di vista della ricchezza personale – dice – la ricerca di equilibrio tra vita e lavoro ha trovato una risposta. Cammino ogni giorno in natura, vedo posti diversi, mi si è aperta la mente. Attraversando l’Italia ho visto migliaia di persone, migliaia di situazioni diverse, mille aneddoti, mille Italie. In Cilento, una coppia di anziani mi ha offerto la ricotta calda appena fatta. La gente nei paesi ti apre casa.»
Camminare, per Fiz, è un modo autentico di conoscere i luoghi. «Hai tutti e cinque i sensi attivi. Sul terreno ci metti il piede sopra — non è la ruota di una macchina. Annusi il posto. Le persone le incontri, le tocchi». Dal suo cammino nasce anche una visione: quella del turismo lento come risposta allo spopolamento delle aree interne. «I cammini portano vita. La Via degli Dei quest’anno ha registrato 30.000 passaggi: sono tornati i giovani nei paesi, hanno riaperto bar, b&b. Sono storie di resistenza e resilienza».
Con il patrocinio di enti come Enea, Uncem e Aitr, Smart Walking è diventato un progetto culturale, ambientale e sociale. Dopo l’edizione «Coast to Coast» e quella «Back to the Roots» dedicata al turismo delle radici, nel 2025 Fiz si concentra sulla Francigena. «Io ho un approccio diverso: turismo lento su lento. Divido le tappe in due, mi fermo, lavoro, vivo i luoghi».
Oggi, Davide sviluppa insieme ad altre due persone un nuovo progetto: il Cammino dei Nomadi Digitali, pensato per chi vuole lavorare viaggiando. «È un cammino che nasce per essere una porta sul territorio. È rivoluzionario: invita a diventare abitante temporaneo». Il messaggio è chiaro: «Nella vita bisogna uscire dalla zona di comfort. I problemi, a volte, sono opportunità. Io racconto un’Italia poco conosciuta». Il risultato è una nuova forma di turismo lento che invita a fermarsi, osservare, ascoltare. E a vivere i territori, non solo visitarli.