Il potere di un piccolo gesto
di Elena Bolognesi
Che cosa è la donazione sangue? È un’azione semplice, ma di grande valore, che può salvare vite umane.
Ogni giorno, molte persone hanno bisogno di trasfusioni a causa di incidenti, interventi chirurgici o malattie. Il sangue non può essere prodotto artificialmente, perciò le donazioni volontarie sono essenziali.
Un piccolo gesto per il donatore, una speranza di vita per chi lo riceve. Per diventare donatore non servono particolari capacità, ma solamente avere un’età tra i 18 e i 60 anni e pesare almeno 50 kg. Il Ministero della Salute dichiara che nel 2023 il sistema sangue italiano, contava al momento circa 1,67 milioni di donatori, di cui 1,39 periodici e circa 280mila alla prima donazione.
Per capire meglio cosa vuol dire essere un donatore abbiamo avuto il piacere di intervistare Sara, ragazza di 22 anni che ci ha raccontato la sua esperienza.
Cosa ti ha spinto a diventare donatrice di sangue e da quanto lo fai?
«Sono stata sicuramente influenzata dal fatto che i miei genitori sono entrambi donatori di sangue da tantissimi anni e dal desiderio di aiutare gli altri. Aono donatrice al Meyer perché mi stanno a cuore i bambini e poter essere loro utile a stare meglio mi dà molta soddisfazione. In più, se devo essere sincera, anche per un motivo di salute, dato che donare garantisce controlli periodici. Invece in merito a quando ho cominciato, ho provato per la prima volta a 18 anni, ma non ho potuto donare in quel momento perché avevo avuto un risultato sballato al test di Coombs, che non mi ha permesso di farlo, poi c’è stato il Covid-19 e non ho più donato. A oggi il test risulta negativo e posso donare».
Hai mai avuto timori o dubbi prima di donare? Se sì, come li hai superati?
«Sì, li ho avuti, soprattutto perché da qualche tempo soffro di abbassamenti di pressione e quindi donare mi provoca un po’ di angoscia, ma la possibilità di aiutare e rendermi utile mi permette di far passare queste paure».
Cosa diresti a chi è indeciso o ha paura di donare per convincerlo a farlo?
«Non la metterei sull’aiutare gli altri, perché purtroppo molte persone sono egoiste, ma più su un controllo personale e sul fatto che tutti noi abbiamo avuto qualcuno che conosciamo che per motivi diversi è andato in ospedale. Gli direi quindi di donare pensando a quella persona».
Un’altra testimonianza ci arriva da Angela, 55 anni, donatrice da ormai 35 anni, come attesta anche la medaglia della 30^ donazione.
Perché hai iniziato a donare e secondo te che benefici porta?
«Ho iniziato a donare per aiutare il prossimo. Attualmente sono iscritta alla Fratres e all’Aido. In più penso che la donazione sia veramente molto importante sia a livello della comunità, perché insegna che è giusto fare del bene e ad aiutarsi gli uni con gli altri, sia per un motivo personale, dato che un ricambio di sangue credo faccia bene all’organismo».
Secondo te perché sono molti i timori a proposito della donazione sangue?
«Penso che molto spesso siamo legati a degli stereotipi nostri personali, inculcati anche involontariamente dalla famiglia e, non volendo, ci mettiamo delle paure o dei preconcetti che sono totalmente sbagliati. Sono convinta che sia fondamentale tentare, se poi uno non ce la fa perché non se la sente o per motivi fisici almeno può dire di averci provato».
C’è un’esperienza particolare legata alla donazione che ti ha colpita o emozionata?
«Sono donatrice soprattutto per il Meyer da quando una delle mie figlie ha avuto una neoplasia celebrale e quindi mi si è spalancata una saracinesca che non avrei mai voluto, ma che sicuramente mi ha aperto gli occhi verso un mondo diverso. Ho capito che ci sono bambini che hanno bisogno, tra cui mia figlia, che ha avuto necessità di trasfusioni di piastrine e globuli rossi durante le chemioterapie. Le donazioni erano assicurate da persone come me, che le fanno gratuitamente. Sono gesti veramente bellissimi che arricchiscono tanto e per lo meno ti fanno credere di essere speciale per una volta».
L’articolo è stato realizzato all’interno del “Laboratorio di comunicazione, scrittura e giornalismo” dell’Università di Firenze.