La campagna Artistic Intelligence in difesa dei doppiatori
di Alessia Di Giosio – Foto di Giulia Bertini
Considerata da molti esperti una pratica volta a migliorare il proprio lavoro, allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia sempre più concreta per l’industria dell’intrattenimento. Il 27 febbraio 2025, sull’account Instagram di Anad (Associazione nazionale attori doppiatori), è stato pubblicato un appello alla condivisione dell’hashtag #ArtisticIntelligence, rivolto a tutti i professionisti che chiedono tutele dall’uso non controllato dell’Ai. Sono tanti i doppiatori italiani che hanno prestato volto e voce alla campagna video, testimoniando come la loro arte sia un elemento fondamentale della filiera cinematografica.
La doppiatrice Laura Romano e la minaccia dell’Ai
Il pericolo riguarda, in generale, tutto il comparto doppiaggio, che comprende anche dialoghisti, registi, direttori e fonici. «Le preoccupazioni sono nate qualche anno fa, quando abbiamo iniziato ad ascoltare le nostre voci in situazioni in cui non eravamo mai stati chiamati», dichiara Laura Romano, attrice doppiatrice e consigliera di Anad. Il 17 giugno 2024 è stato fatto un primo grande passo grazie all’associazione internazionale Uva (United voice artists), con l’inserimento di una nuova clausola nelle cessioni diritti delle principali major (tra cui Disney e Netflix), allo scopo di proteggere gli attori doppiatori dall’uso non concordato delle loro voci per l’addestramento dell’Ai. «Una conquista che, però, non ci difende da ciò che è stato fatto in passato e che – spiega la doppiatrice – ancora oggi si trova in un bacino enorme di dati da cui si può attingere liberamente».
Cosa chiede Anad
Insieme ai suoi associati, Anad si sta impegnando per ottenere una protezione a livello normativo e far diventare la voce un dato biometrico e riconoscibile. Sono in gioco il know-how degli esperti, l’espressione artistica, nonché il riconoscimento del valore umano nel fare qualcosa che una macchina non può: emozionare. «L’intelligenza artificiale non è qualcosa contro cui vogliamo né possiamo andare, ma da cui ci dobbiamo tutelare», conclude Laura Romano, che continuerà a battersi, insieme ad altri colleghi, per la difesa della propria “intelligenza artistica”.