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AL FIANCO DEI CAVALLI

Da passione a realtà, il percorso del dottor Stefano Manocchio

di Sara Tiburni e Alyssa Cambi

Ci siamo immerse nella Maremma, all’interno della scuderia della scuola di equitazione “Oscar e Ezio Casati” del dottor Stefano Manocchio, per approfondire con lui la sua carriera nelle forze armate e da libero professionista.
Ad oggi, il dottore si dedica completamente alla gestione di un maneggio e all’attività di veterinario in prossimità della città di Grosseto, avendo inoltre collaborazioni che si estendono fino a Roma, portando avanti quella che è una passione che dura ormai da tutta la vita. 

Ma facciamo un passo indietro: nonostante provenisse da una famiglia abbiente, non gli era possibile svolgere equitazione a determinati livelli poiché troppo costoso, ma non bastò certo questo a frenare l’entusiasmo e l’amore provato nei confronti di questo sport e dei cavalli. Manocchio non si arrese davanti alla prima difficoltà anzi, dopo aver conseguito la laurea in medicina veterinaria presso l’università di Perugia, fece un concorso per entrare nelle forze armate riuscendo a guadagnarsi il posto nell’esercito come veterinario ufficiale di complemento. Successivamente ha effettuato il concorso di Pinerolo che lo ha portato a entrare nel reparto a cavallo della polizia di Stato; durante questi tre anni ha prestato assistenza, prima, durante e dopo il servizio, ai cavalli, che erano considerati come veri e propri poliziotti, con nome e numero di matricola inseriti negli archivi, impiegati nella ricerca di persone rapite, manifestazioni ed eventi pubblici.

Nel lontano 2002 decise quindi di porre fine alla sua carriera nelle forze armate per dedicarsi all’insegnamento di podologia equina a Grosseto. Così, per ricordare quei momenti passati, il nostro ospite si è divertito a raccontarci le differenze fra le rigide giornate di caserma dettate dall’alzabandiera, adunata e attività di insegnamento, e quelle che conduce adesso secondo i propri ritmi e le sue idee.

Alla domanda riguardante l’esperienza più significativa della sua carriera, ha risposto così: «Sicuramente di esperienze ce ne sono tante. Quelle che più mi hanno dato soddisfazione, a livello professionale, sono state il corteo del 2 giugno, durante il quale si sfilava con tre squadroni di cavalli; il concerto a Roma dei Pink Floyd, quando è stata tirata una bottiglia di vetro sulla fronte di un cavallo e io l’ho dovuto ricucire in pieno centro cittadino; il servizio di rappresentanza al festival di Venezia con i cavalli».  Ciò ci ha fatto capire quanto questi momenti siano stati importanti per la sua carriera ma più che altro a livello umano e quanto, in un momento di estrema difficoltà come quello di veder soffrire chi ti sta a cuore, la freddezza giochi un ruolo fondamentale.

Tornando a oggi, il dottor Stefano Manocchio, al fianco del maresciallo Prisco Martucci, insegna attualmente podologia nell’unica scuola di mascalcia italiana, dove vengono svolti corsi annuali per maniscalchi civili. 

L’articolo è stato realizzato all’interno del laboratorio “Il giornalismo in classe” al Liceo Russell Newton si Scandicci.

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